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Tutto al tutto: è interconnesso… (Il Venerdì di Francesco Das Atmananda)

8 Aprile 2016 - DIGRESSIONI

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Tutto è interconnesso…

Il piccolo stagno sonnecchiava perfettamente immobile nella calura estiva.

Pigramente seduto su una foglia di ninfea, un ranocchio teneva d’occhio un insetto dalle lunghe zampe che stava spensieratamente pattinando sull’acqua: presto sarebbe stato a tiro e il ranocchio ne avrebbe fatto un solo boccone, senza tanta fatica.

Poco più in là, un altro minuscolo insetto acquatico, un ditisco, guardava in modo struggente una graziosa ditisca: non aveva il coraggio di dichiararle il suo amore e si accontentava di ammirarla da lontano.

Sulla riva a pochi millimetri dall’acqua un fiore piccolissimo, quasi invisibile, stava morendo di sete.

Proprio non riusciva a raggiungere l’acqua, che pure era così vicina. Le sue radici si erano esaurite nello sforzo.

Un moscerino invece stava annegando. Era finito in acqua per distrazione. Ora le sue piccole ali erano appesantite e non riusciva a risollevarsi. E l’acqua lo stava inghiottendo.

Un pruno selvatico allungava i suoi rami sullo stagno. Sulla estremità del ramo più lungo, che si spingeva quasi al centro dello stagno, una bacca scura e grinzosa, giunta a piena maturazione, si staccò e piombò nello stagno.

Si udì un “pluf!” sordo, quasi indistinto, nel gran ronzio degli insetti. Ma dal punto in cui la bacca era caduta in acqua, solenne e imperioso, come un fiore che sboccia, si allargò il primo cerchio nell’acqua. Lo seguì il secondo, il terzo, il quarto…

L’insetto dalle lunghe zampe fu carpito dalla piccola onda e messo fuori portata dalla lingua del ranocchio.

Il ditisco fu spinto verso la ditisca e la urtò: si chiesero scusa e si innamorarono.

Il primo cerchio sciabordò sulla riva e un fiotto d’acqua scura raggiunse il piccolo fiore che riprese a vivere.

Il secondo cerchio sollevò il moscerino e lo depositò su un filo d’erba della riva, dove le sue ali poterono asciugare.

 

 Considerazioni personali:

 

Questa bellissima parabola ci fa capire quanto tutto sia interconnesso nell’Universo…e quanto tutto faccia parte del “Tutto”.

Quante vite cambiate per qualche “insignificante” (all’apparenza) cerchio nell’acqua.

Gli antichi Celti, popolo evoluto e saggio, parlavano della Via del Wyrd o “fato” e lo rappresentavano come una ragnatela tessuta dal ragno dove, tirando un filo, si sposta un altro filo nella parte opposta.

In effetti, il Wyrd può essere inteso come Fato, ma non tanto il Fato della singola persona, quanto la rete luminosa fatta di infiniti fili che rappresenta l’intreccio sacro dell’esistenza, dove ogni filo è legato agli altri, dove ogni uomo è legato agli altri nella trama intessuta dai fili sull’ordito dell’Universo.

Quindi, si parla di destino. Ma non il destino individuale che importa marginalmente,  quanto piuttosto l’Energia Universale, il Grande Mistero che ci circonda, l’Origine di ogni Cosa.

Ma il Wyrd può essere paragonato alla Legge Karmica di Causa/Effetto, secondo cui ogni essere vivente e destinato a raccogliere il frutto della propria semina. Ognuno di noi, nel corso della propria vita, costruisce, consapevolmente o meno, il proprio destino, raccogliendo oggi ciò che ha seminato ieri e seminando oggi ciò che raccoglierà domani.

Così è anche per le famiglie, i popoli, le nazioni, che vivono nel presente gli effetti di tutto ciò che è stato compiuto nel passato.

Il Wyrd non è una legge esterna che dall’alto controlla la nostra vita in modo del tutto imprevedibile, quanto piuttosto la nostra personale responsabilità per le nostre azioni. “Niente può accadere senza il Wyrd, perché è presente in tutto, ma il Wyrd non fa accadere le cose. Il Wyrd è creato a ogni istante e perciò è l’accadimento”.[tratto da: “La via del WYRD” di B.Bates]

Il Wyrd può essere paragonato ad un grande ordito cioè un insieme di fili che insieme a quelli della trama concorrono nel formare la tela. All’interno di questa grande tela esistono scelte e volontà.

Noi evolviamo all’interno di esso, ma questo non è qualcosa che avviene in maniera automatica. E’ il nostro libero arbitrio che ci permette di decidere quale parte avere nel Wyrd o destino.

Quindi, nulla accade oggi che non sia frutto di nostre responsabilità create nel passato attraverso pensieri, parole ed azioni.

Povero illuso colui che crede che, pensieri, parole ed azioni non abbiano seguito ed ancora più illuso colui che crede di poter vivere a modo proprio senza interconnettersi con il Tutto.

Il singolo filo della Tela del Wyrd può essere il destino individuale, ma questo è intrecciato a tutti gli altri e nel suo muoversi determina il mutare del disegno dell’intreccio luminoso di tutti i fili. Ed è proprio ciò che accade nella nostra parabola. Ed è quanto accade ogni giorno nella nostra vita.

 

Un abbraccio di Luce e Pace

buon fine settimana per tutti

con Amore Francesco

das Atmananda

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