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SMF per LRR – La leggerezza dell’accettazione nelle poesie/racconti di Roberto Ochi

17 Febbraio 2023 - Articoli di S.M. Fazio, DIGRESSIONI, Recensioni
SMF per LRR – La leggerezza dell’accettazione nelle poesie/racconti di Roberto Ochi

Da Letto, riletto, recensito! del 17 febbraio 2023

La leggerezza dell’accettazione nelle poesie/racconti di Roberto Ochi

Sinossi 

Raccontami una storia è imparare a credere, come da bambini sapevamo fare. È ricordarsi. È imparare ad ascoltare, a fare attenzione. È imparare a guardarsi allo specchio, a sorridersi, a piacersi. È imparare a scrivere la propria storia, rileggendola ogni sera, innamorandosi di essa per sempre. Tre capitoli da trentatré poesie ciascuno, per immaginare e sentire con Roberto Ochi.

 

Recensione

È molto interessante il cammino fin qui giunto di Roberto Ochi che dello stesso nella sua biografia viene narrata in breve: “Divenuto ragioniere e si è laureato in economia. Ha consegnato fiori e ha danzato. Lavora presso un istituto di credito e pratica Yoga il lunedì. Tutto questo per arrivare fino a qui.”

Il percorso pertanto è opposto, per giungere a questa silloge che sarebbe un cofanetto di 130 e successive pagine di poesia? Forse, perché la poesia è anche una riduzione in storia, un racconto breve che stimola e sollecita molto l’occhio attento del lettore, muovendo dentro un turbine di emozioni che scuotono, forse anche troppo l’anima di ogni persona che si trova con il libro tra le mani.

Raccontami una storia” (Brè Edizioni, pp. 133, € 10,00) si presenta in silloge, ma come già suscritto ha tutte le sembianze della mini narrazione. Atto che non sempre riesce facile a chi scrive. Il parmense quarantenne invece, probabilmente per dono naturale, ma certamente con accurato impegno e studio, vi è riuscito, scandagliando tutte le ‘zone’ del vivere che si attraversano e per scelta e perché ci si propongono. Colpisce subito, anche nella struttura: così si apre all’esistenzialismo:

Io sono il figlio di un tempo breve. Sono il punto interrogativo. Sono l’ascolto, l’attenzione. Io sono la consapevolezza. 

Io sono il dire grazie e il chiedere scusa. Io sono la gentilezza. 

Io sono il silenzio al cospetto di nostra Madre Natura. Io sono l’acqua e la terra. 

Io sono l’abbraccio e il sorriso, la bellezza che servo ai miei occhi. Io sono la compassione. 

Io sono ciò che ricordo, ciò che resta, tutto ciò che non ho perso. Io sono lo scrivere. 

Io sono tutte le mie storie.

 

Essere tutte le storie, dunque. Quanta verità scorre in questa locuzione che chiude la pagina di apertura?

A seguire tre indici, che leggendoli senza faticare intervalli, sei dentro una storia, tonda, bella, emotivamente colta: Indice di Brevi Storie, Indice di Storie Note, Indice di Storie Amare. E allora si inizia da tempi finiti lasciando margini di libertà (Prima sarà libertà/ Poi nuova ricerca/ Ancora una volta), compensata subito dopo dalla magia della lentezza e dalla smisurata preghiera.

Il viaggio, il sogno d’evasione nella bellezza del piccolo gesto: dunque del piccolo pensiero, della piccola idea, con un finale che spiazza e che ti interroga per giornate intere:

Hai mai guardato un bicchiere pregandolo di portarti lontano?
Cosa resta alla fine del bicchiere?

    Certo che il poeta Ochi, è un architetto pregiato della parola che non vuole abbandonare a nosografie a sterili ripostigli. La espone tutta la verità e non si nasconde in aridi luoghi mistificati o reputati ermetici: è lì, chiaro e palese, il suo ricordo è la contemporaneità del potenziamento del vivere, costante qualunque sia l’epoca. Profeta? Intuitore? Svelatore ove l’altro non vuole vedere? Tutto è in lui e genialmente lo spiega ad ogni pagina, come quella della rabbia/gelosia:

 

C’è una rabbia che serve
Ad imparare il verbo scorrere
Il suo impeto
Ci aiuta a capire
Ciò che non può restare dentro
Questa rabbia
Quando passa pulisce 

C’è una gelosia bianca
Che ti ricorda
Nel sangue del cuore
Quali sono le persone importanti
Quelle che bisogna vestire 

Nel verbo proteggere

 

Maestro assoluto della volontà del raggiungere la metà a passi leggeri e rigorosamente piccoli, con “Raccontami una storia”, Roberto Ochi, ha consegnato terapia scritta, terapia della parola disegnata e articolata, dove a necessità si può sempre trovare l’attimo giusto per la risposta alla domanda più sotterrata che insorge nei momenti più critici.

    Opera imparagonabile e di ottima levatura. Scrittura d’autore sognante ma che i piedi li tiene ben saldi a terra senza dimenticare l’istinto all’inconscio: maestoso!

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