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SMF per LRR – Il coraggio di narrare la verità ne “La scrittrice obesa” di Marisa Salabelle

24 Novembre 2022 - Articoli di S.M. Fazio, DIGRESSIONI, Recensioni
SMF per LRR – Il coraggio di narrare la verità ne “La scrittrice obesa” di Marisa Salabelle

Da Letto, riletto, recensito! del 24 novembre 2022

Il coraggio di narrare la verità ne
“La scrittrice obesa” di Marisa Salabelle

Mi ha commosso e la scrittura e il contenuto de La scrittrice obesa, della cagliaritana Marisa Salabelle, pubblicato per la collana Eclypse di Arkadia Editore. È la storia di una donna con la passione per la scrittura e quella per il cibo, ma aggiungerei anche per quella di vivere da sola dato un carattere non proprio accogliente che però ha più di una causa: trovarsi travolta da una forma di disperazione patologica che, perdonerete la deformazione professionale, è semina per il disturbo di personalità paranoide“. Salvatore Massimo Fazio

A cura di Salvatore Massimo Fazio e Vincenzo Fazio

    Rimasta orfana ancora in giovane, seppur matura, non ancora trentenne, Susanna Rosso, questo il nome della protagonista, cerca dare un senso alla sua vita, riuscendo di prima istanza a farsi assumere presso una casa editrice dove svolge compiti di tutto fare. Il luogo dove si lavora è sempre un delitto per qualsivoglia motivo (99 italiani su 100 si lamentano sempre di qualcosa, n.d.r.), e anche Susanna ne subisce conseguenze da vittima e carnefice al contempo, dato che in casa editrice conosce un coetaneo scrittore e poeta col quale intreccia una relazione che non la porterà dove lei desiderava, cioè i margini della felicità della coppia. Il tipo si rivelerà infatti un personaggio scialbo, arrogante e anche non comprensivo delle più elementari dinamiche di vita della coppia.

     Liberatasi dall’ingombro del compagno iniziò a sfogare a ritmi sempre più serrati la sua frustrazione nel cibo, in una continua escalation accumulatrice di chili su chili sulla sua struttura fisica e frattanto anche la sua altra passione proseguiva a ritmi inarrestabili: si rifugiava nella narrazione scritta di personaggi che ad un certo punto iniziò a vedere nella realtà quotidiana (ancora deformazione professionale: schizofrenia?) creando nella sua psiche una grande confusione. Non era del tutto isolata perché si frequentava con due amiche, una suora di nome Maria Consolazione, conosciuta casualmente – l’ aveva scambiata per uno dei personaggi di un suo romanzo – e con Lorella, sua ex compagna di liceo, con la quale si incontrarono dopo tantissimi anni. Con quest’ultima condivideva anche il dolore dell’assenza di sentimenti, dato che Lorella usciva da situazioni sentimentali disastrose con alle spalle due divorzi e tre figli. Mentre con la suora il rapporto scorreva normalmente formale, con Lorella si instaurarono momenti di affetto ma anche di grandi scontri causati spesso dal carattere che sempre più si forgiava nella struttura socio-mentale di Susanna. Ma le delusioni più cocenti continuavano a legarsi alle sue passioni: la speranza di far pubblicare svaniva anche in casa editrice dove lavorava, l’indifferenza dei dirigenti, infatti, che le rifiutano nettamente anche il solo mettere in coda, per la lettura di valutazione delle prime trenta pagine, una sua produzione, sviluppavano in lei almeno l’80% dei criteri di un qualunque cluster del DSM 5, che avrebbero potuto farle diagnosticare una patologia che se ‘presa per tempo’ l’avrebbe aiutata a scongiurare gli eccessi ad esempio dell’ingozzarsi con costanza e senza tempo.

    Provò anche con case editrici molto più famose, alle quali inviava via posta il racconto del momento che più la ispirava, ma non riceveva mai risposte. La sua vita procedeva in un continuo crollo psicofisico che le devastava il morale, concime per un peggioramento del proprio carattere verso spettri da psicosi e disturbi gravi dell’alimentazione con ripercussioni nella sua alcova: la casa ereditata dai genitori era ormai una specie di discarica pubblica della mondezza. Spazzatura era lei, la sua persona, inguardabile tanto da non curarsi più di elementari nozioni di igiene personale, con una tragedia, per chi legge il romanzo, nuova e imminente: la perdita di quel lavoro, che in qualche modo la manteneva all’interno della cloaca editoriale. Ma la sorpresa fu che la cosa non le creò nessun problema invece.

Freeze
  Fermiamoci qui, nel passaggio appena descritto: Marisa Salabelle a nostro parere, supera se stessa e asfalta la nefasta libresca attuale.

Conclusioni
    L’autrice riporta anche episodi divertentissimi, il driver che fugge da Susanna, spezza la drammaticità pur tenendo alta la tensione o ancora, l’ipotesi che la canzone “La donna cannone”, di Francesco De Gregori fosse scritta per lei, che tempo addietro aveva confidato, con lettera, al cantautore romano e romanista, il suo dolore. Susanna Rosso, morì e come accaduto per pochi, la sua fama la ottenne da postuma.

    Aprite i vostri occhi o voi che guardate e leggete il conto in banca quando trasformatel’editoria in un mercato a pagamento; regolate i vostri pensieri quando illudete chi vi ha dato 1000 aspettando le vostre promesse che poi vendete al mercato della vostra celebrità, perché nel romanzo di Marisa Salabelle il racconto, narrato in maniera magistrale, di una storia, che coinvolge anche il più distaccato lettore, fa più che riflettere su cosa possa significare l’ingresso nei meandri della psiche umana, di pillole di inciviltà comportamentale e sociale. Come si inducono, persone forti a crollare con l’atto supremo, lo diciamo coi sofisti, della liberazione. Storie, che passano veloci e inosservate, mentre sul piedistallo di feccia, se la giocano a briscola putridi lestofanti.

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