Da La Sicilia del 24 gennaio 2023
La poesia, riflessi di immagine sul mondo e l’esistenza
In “Sabbia Aspra” (Porto Seguro, pp. 154, € 14), Francesco Randazzo, drammaturgo e scrittore che onora la Sicilia ben oltre i confini nazionali, il dubbio assale. Una silloge, forse, così è presentata alla critica sicuramente lo è. Definizione di compensare il vuoto del cosmo: cervello, anima. Ogni capitolo, così ci piace chiamarlo, è fucilata al pensiero, al vedere ciò che quotidianamente appare. In rima, in quartina, a flusso di coscienza, costruisci capolavori di eterna bellezza grazie agli incipit che si rincorrono frase dopo frase. Locuzioni micidiali, intinte di stupenderia che onorano l’inventato: di questo si tratta, inventare l’esistente, porlo nello specifico della silloge e renderlo interpretabile, come madre ermeneutica motiva, allo scampanellio di un romanzo, non scritto, ma che insorge e stimola per crearlo. Il regista o lo sceneggiatore in ogni pagina trova ispirazione per il creare, cosa non facile, dato che il Creato è in ogni attimo e inspirazione per passare alla parola successiva.
Cosa fa Randazzo? Nulla di nuovo, è magistrale e mostruosamente abile nell’uso dell’accoppiata delle parole, le locuzioni – nuovamente – corrono veloci a tambureggiare verso l’oltre. Riflessi di immagini che frattanto si formano. Plasma Randazzo, tra il ringraziamento dell’esser-Ci e la necessità del negar-Ci. L’ascoltatore nello sfoglio del libro di carta o nello scrollo dell’e-book implode e comprende: “C’e un silenzio talvolta/ cosi pieno di tutto/ da schiantare il pensiero/. Un respiro si apre/ chiusi gli occhi/ e semplice, un larghissimo stare/ come terra sollevata/ frutto sospeso, cosi, in bilico, sul ciglio del salto/ si vive, per un attimo nel bianco/ silenzio assoluto […]/ tutto, infinito, minuscolo, sterminato esserci.” Del Genio, i siculi, ne sian fieri!