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SMF per La Sicilia – Dalla Spagna lo specchio del mondo – Intervista ad Antonio Di Grado su “La brigata delle ombre”

16 Settembre 2023 - Articoli di S.M. Fazio, DIGRESSIONI, ESCLUSIVA!, Interviste
SMF per La Sicilia – Dalla Spagna lo specchio del mondo – Intervista ad Antonio Di Grado su “La brigata delle ombre”

Da La Sicilia del 16 settembre 2023

Dalla Spagna lo specchio del mondo

Il nuovo libro di Antonio Di Grado. «Dovunque la violenza, l’arbitrio, il profitto schiacciano l’umanità: dalla finanza internazionale ai muri eretti e ai porti chiusi»

È uno dei maggiori esponenti della cultura italiana e sarà premiato venerdì prossimo all’interno della V Edizione di “Etnabook” a seguire della presentazione dove dialogherà con l’esperta Stefania Mazzone de “La brigata delle ombre. Scrittori e artisti nella guerra di Spagna” (La nave di Teseo, pp. 306, € 22), suo ultimo libro. Antonio Di Grado, pregiato nello stile stupisce dati anche i recenti degli ultimi periodi dove mai ha tralasciato “anarchia”, “principio” che lo ha contraddistinto anche quando rivalutò certi au- tori conservatori. Gli chiediamo cosa muove nell’animus data la grande produzione degli ultimi anni: «Potrei dire d’aver composto un dittico: quel libro s’intitolava “Scrivere a destra” mentre questa “Brigata” avrebbe potuto intitolarsi “Scrivere a sinistra”. “Nella mia anima” c’è solo una grande curiosità per chi non la pensa come me, un desiderio – da “intellettuale di sinistra” – di capire le ragioni e patire i tormenti dell’antagonista, dell’intellettuale di destra». Ne “La brigata” la propensione junghiana si presenta in nostalgiche riflessioni contro il golpe del 1936 in Spagna: si reprimeva frattanto che il popolo si evolveva per libertà e bellezza: vi è inclinazione verso l’ombra junghiana riguardo la gravosa contemporaneità? «Piuttosto due suggestioni mi hanno dettato il titolo: un vecchio film francese sulla Resistenza che si chiamava L’armata delle ombre, e una sequenza di Sogni di Kurosawa in cui da un tunnel sbuca un intero reggimento di sol- dati morti al cospetto del loro ufficiale che è stato l’unico a sopravvivere a quella strage».

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Ciò che accadde sembra riproporsi: in quale ‘veste’ e ‘dove’? «Dovunque la violenza, l’arbitrio, il profitto schiacciano l’umanità: e può trattarsi della sopraffazione esercitata dai regimi totalitari così come dalle potenze che invadono o sfruttano altri paesi e popoli, può trattarsi dell’assurdo dominio della finanza internazionale così come dei muri eretti e dei porti chiusi per non accogliere gli affamati, i bisognosi, i reietti». “La Brigata”: l’eccellente per antonomasia. Quanto lo ha sviluppato? «Potrei dire: da quando non avevo in mente di fare lo studioso e di scrivere saggi, cioè da bambino e da ragazzo, quando mi innamorai prima di Federico Garcia Lorca e poi di Per chi suona la campana. Potrei dire, come Sciascia, “avevo la Spagna nel cuore”; e la guerra di Spagna, che già allora mi insegnava a tracciare una netta linea di divisione tra libertà e sopraffazione, tra giustizia e violenza. E fu questo elementare appello alla libertà e alla giustizia, che ve- niva da una legittima Repubblica minacciata dal golpe militare e dalle truppe nazifasciste, ad attirare in Spagna masse di volontari da tutto il mon- do, compresi gli scrittori che ne scrissero e di cui tratto in questo libro». L’influenza del mondo intellettuale quanto può verso drammi e dolori che si ripresentano? «Nessuna, purtroppo. Testimonianza, denuncia, solidarietà, soccorso. Sono le uniche armi a disposizione, ben poco contro le bombe e i carri armati, ben poco contro la Grande Impostura ordita nei palazzi del Potere e smerciata dai media». Su quale base ha fatto cernita degli autori che tratta? «Li ho accolti tutti, ma li ho disposti co- me se dovessero appunto dialogare e magari contraddirsi: Hemingway con Dos Passos, l’anarchico Orwell con il sovietico Kol’cov, Camus con Sartre, Unamuno con Azaña, Bernanos con Simone Weil, etc.; e tutte le donne insieme a testimoniare un caso di sorprendente protagonismo femminile».

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