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Pizza Armonia (Il Venerdì di Francesco Das Atmananda)

25 Marzo 2016 - Il Venerdì

pizzeria-monte-grignaC’era una volta una pizzeria piccola piccola, in una viuzza stretta stretta. La pizzeria aveva una porticina a vetri e un campanellino, che tintinnava appena. In quella bottega si conoscevano tutti i segreti della vera pizza e facevano la pizza più buona del mondo! Mattia un giorno passò davanti alla vetrina della pizzeria. Non aveva voglia di rientrare a casa: erano due sere che a cena, in famiglia, il clima era teso e pesante: il suo papà masticava voracemente, la sua mamma aveva gli occhi rossi e non parlava; la sorellina Alice, di cinque anni, guardava l’uno e l’altra, con i suoi verdi occhioni da uccellino spaurito. Mattia parlava, parlava di tutto, ma nessuno lo ascoltava. Così, trovandosi davanti all’insegna della pizzeria, Mattia si fermò a leggere: la prima pizza in elenco si chiamava Armonia.
Entrò, e il vecchietto che stava al banco, lo salutò con un sonoro: “Buongiorno!“.

– “Vorrei prenotare una pizza Armonia, formato famiglia… Per questa sera” – disse.

 – “Gli ingredienti base, li mettiamo noi” – rispose l’anziano pizzaiolo, che poi aggiunse:

 – “Tu devi portarmi da casa alcuni altri elementi indispensabili!

– “Che cosa?

– “Procurati un secchio, riempilo di tutte le cose belle che trovi, poi portalo qui. Vedrai…

Mattia corse a casa. La mamma lo vide entrare in cucina come un tornado e ritornare, poco dopo, con un grosso secchio di plastica blu.

Mattia le mise il secchio sotto il naso.

– “Mamma, per piacere, metti un bacio nel secchio!

Sbalordita e sorpresa, la mamma di Mattia mandò un bacio nel secchio.

Mattia sparì di corsa. Cominciò a raccogliere tutte le cose belle che trovava: una bella foglia verde, gli spruzzi della fontana, un po’ di tramonto, due nuvole color arancio, una preghiera della nonna, una carezza del nonno, il riflesso smeraldo degli occhioni verdi di Alice, il ricordo di un bel voto preso a scuola, l’abbaiare di un cane, un “Bravo!” ricevuto dal papà…

Alla fine, trafelato, il ragazzo tornò nella pizzeria portando con sé il secchio, che pesava!

– “Hai fatto proprio un buon lavoro!” – disse il pizzaiolo – “Ma, manca una cosa!

– “Che cosa?” – chiese Mattia.

– “Una cosa molto semplice: un tuo sorriso!

Mattia si chinò sull’orlo del secchio e si rispecchiò nell’acqua che aveva raccolto. Felice, fece il più smagliante sorriso di cui fosse capace.

L’anziano prese il secchio e lo inclinò versando tutto nell’impasto della pizza che aveva preparato. Allargò, appiattì, guarnì e infine infornò la pizza.

La piccola pizzeria si riempì subito di un profumo delizioso.

Mattia corse a casa tenendo nelle braccia l’enorme confezione di pizza.

Appena varcato l’uscio gridò:

 – “Mamma, non preparare niente per cena! Ho portato la pizza!

La mamma fece per protestare, ma il profumo della pizza e l’entusiasmo di Mattia la riempirono di tenerezza.

– “La pizza! Che bello!” – disse Alice, contenta, battendo le mani.

Il papà arrivò a tavola un po’ imbronciato, ma il profumo della pizza gli fece mutare l’espressione, e in volto gli si allargò un sorriso.

Il profumo era buonissimo, ma il gusto della pizza era ancora migliore.

Tutti mangiarono, ridendo e scherzando. Alla fine il papà appoggiò una mano sul braccio della mamma, e disse:

– “Avete mai visto una mamma così bella e radiosa?

Mattia non si era mai sentito così felice!

Considerazioni personali:

 Questa storia ha toccato le corde più profonde della mia Anima e mi ha anche commosso…

Un Angelo di nome Mattia…

Gli Angeli esistono ma molte volte non li vediamo…”Non si vede bene che col cuore. L’Essenziale è invisibile agli occhi.” (il Piccolo Principe)

Quella pizza rappresenta la nostra vita, ci rimanda indietro quello che noi inviamo…è come un eco, quindi,  se a noi non piace ciò che ci dona la vita non dobbiamo far altro che cambiare ciò che  inviamo ( pensieri, parole, azioni).

Avete mai notato che quando entrate in un ufficio e vi presentate con un sorriso, tutto fila liscio ed in armonia? E viceversa, quando entrate accigliati e arrabbiati, tutto si complica maledettamente?

Questa si chiama Legge di Risonanza, una delle tante Leggi perfette create dal buon Dio.

Una parola dolce, un sorriso, un grazie, una preghiera, una carezza…sono elementi “magici” da usare quotidianamente nella nostra vita… gli effetti sono garantiti.

Il grande scienziato Isaac Newton scoprì una Legge fondamentale: “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”.

Se a questa Legge applicassimo  il sentimento di gratitudine essa suonerebbe pressappoco così:  “ ad ogni azione del dare corrisponde una reazione del ricevere”.

Chiaramente la qualità e la quantità di ciò che riceviamo dipende esclusivamente dalla gratitudine che abbiamo dato in modi diversi.

Più sincera e disinteressata  è la gratitudine e maggiore e migliore sarà tutto ciò che ci tornerà in cambio…

Chiaramente, la Legge di risonanza agisce anche sul polo energetico opposto, se diamo male riceveremo male…la semina è libera…ognuno semini ciò che vuole con una certezza però: il raccolto sarà sempre obbligatorio di qualunque natura esso sia.

A questo punto mi viene spontaneo darvi un buon consiglio: prendete un secchio di plastica blu…

Auguro a tutti una serena Pasqua di resurrezione in ogni cuore

con Amore Francesco das Atmananda (G.B.)

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