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L’umiltà di parlare (Il Venerdì di Francesco Das Atmananda)

27 Maggio 2016 - Il Venerdì

imageC’era una volta un gruppo di giovani che si preparavano a diventare Cavalieri della Tavola Rotonda, alla corte di Camelot. Tra loro c’era anche il figlio di Artù.
Re Artù teneva in grande considerazione la preparazione di tutti i ragazzi e ogni giorno chiedeva aggiornamenti e informazioni a Merlino:
– “Mi raccomando: sono loro il futuro di Camelot!”
Questi giovani venivano educati ai grandi valori, sottoposti a prove fisiche a volte estenuanti, e non mancavano le prove di intelligenza.

Arrivò il giorno dell’ultima prova: in sostituzione di Merlino si presentò un ragazzino, designato dal mago come suo personale assistente.

– “Come prova finale” – disse l’assistente di Merlino – “dovrete riuscire ad aprire questa porta senza sfondarla.”
I giovani pensarono tutti che la prova era fin troppo facile, tanto che alcuni di essi scoppiarono in una risata. Ma dovettero ricredersi. La porta si presentava senza serratura e senza chiave.

I giovani cominciarono allora a confrontarsi per escogitare assieme un modo di aprire la porta, ma non riuscirono a mettersi d’accordo: ognuno voleva prevalere e nessuno riuscì a esprimersi efficacemente, perché ciascuno parlava senza lasciare finire l’altro.
– “Troppe bocche e poche orecchie!” – pensò l’assistente di Merlino.

Il ragazzino cercò di aiutare i giovani che volevano diventare Cavalieri dando loro dei suggerimenti, ma nessuno volle dargli attenzione, proprio perché egli era solo un ragazzino.
Alla fine, sconfortati, si arresero tutti, eccetto il figlio di Artù, che ammise di non sapere più cosa fare e chiese aiuto all’assistente, che gli rispose:
– “Cosa fai quando vuoi farti accogliere in una casa che ha la porta chiusa?”

Il figlio di Artù allora capì e bussò. La porta si aprì.

– “Ma perché, non ce l’hai detto, prima?” – chiesero stizziti tutti.

– “Perché, solo ora, qualcuno ha deciso di ascoltarmi!”

Così dicendo, il ragazzino assistente rivelò la sua vera identità trasformandosi nel Mago Merlino.

Considerazioni personali:

L’Umiltà è il requisito e la virtù principale di colui che cerca di percorrere il Sentiero della Consapevolezza.
E per chiedere occorre umiltà…per bussare alla porta occorre umiltà…

L’Umiltà è semplicità ma è anche consapevolezza della propria debolezza, dei propri limiti…specialmente se si confrontano con la grandezza raggiunta dai Maestri Ascesi e Realizzati.

Dopo 35 anni di ricerca interiore e 20 di meditazione, mi sveglio ogni mattina con la consapevolezza di non sapere nulla al confronto di tutto quello che ci sarebbe ancora da scoprire e conoscere.

Ma l’umiltà è anche Vera modestia e riservatezza…essa risiede con costanza in coloro che hanno trasmutato l’esibizionismo e abbandonato l’ostentazione delle proprie doti e conoscenze.

Inoltre, se non hai l’umiltà di bussare, la porta non potrà mai aprirtela nessuno e resterai fuori dal flusso universale.

Tra le altre cose, l’umiltà è anche l’antidoto di molti aspetti indesiderabili della personalità e cioè: l’orgoglio, la superbia, l’altezzosità, l’alterigia, l’ambizione materiale, l’irriverenza, tutte erbacce malefiche che avvelenano l’Anima.

Alla luce di quanto detto, possiamo ben comprendere che coltivando l’umiltà possiamo migliorare molti aspetti che, nel quotidiano, oltre a limitarci nel nostro percorso sul Sentiero, producono anche disarmonia nelle persone che ci stanno accanto, specialmente quando cerchiamo di far prevalere le nostre idee su quelle degli altri.

Purtroppo questa grande virtù sembra oggi essere fuori moda e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Sull’altare della competitività e dell’orgoglio ( ne ha bruciati più lui del petrolio, diceva Vasco in un celebre suo testo) è stata sacrificata in onore del dio materialismo e l’individuo orgoglioso è ritenuto un modello da cui prendere spunto per agire e muoversi nel mondo. Le conseguenze di questo stato di cose sono terribili: tutte le malattie psicosomatiche e mentali sono figlie di questo comportamento innaturale e malsano.

Per concludere credo che con la virtuosa energia dell’umiltà l’uomo possa realizzare se stesso non badando più al giudizio altrui e alla sua reputazione, non avendo più bisogno di compiere sforzi per difenderle e potendo così liberare energie psichiche per i suoi progetti evolutivi interiori.
Un abbraccio di Luce e Pace
buon fine settimana per tutti
con Amore Francesco
das Atmananda (G.B.)

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