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La Fede (Il Venerdì di Francesco Das Atmananda)

2 Maggio 2017 - Il Venerdì

linusLapiccola coperta bianca che lo aveva scaldato nella culla non lo aveva lasciato.
Era minuscola, un po’ lisa, e lo accompagnava dovunque.
Se proprio era costretto a starle lontano, il bambino pretendeva che il piccolo rettangolo di stoffa bianca fosse in un luogo visibile.
Piegata o arrotolata nello zainetto colorato lo seguiva a scuola.
La piccola coperta bianca era come la sua ombra.
Quando, dopo mille insistenze, la mamma riusciva convincerlo a mettere la coperta in lavatrice, il bambino si sedeva inquieto davanti all’oblò dello sportello e aspettava, senza perderla d’occhio un istante.

La sorellina di poco più grande lo canzonava per questa mania, ma al bambino non importava.
La coperta era il suo talismano segreto, il suo scudo, la sua protezione.
Un giorno, il papà annunciò che per motivi di lavoro doveva affrontare un lungo viaggio in aereo. Per il bambino era una novità.
La vigilia della partenza, trascinando la sua coperta, seguì preoccupato tutti gli spostamenti del papà, fissandolo con apprensione durante la preparazione della valigia.

“Papà, non cadono mai gli aerei?” chiese preoccupato il bambino.

“Quasi mai!” rispose il papà.

“Quello che prendi tu è un aereo bello grosso, vero?” prosegui il bambino.

“Certo. Il più grosso di tutti.” lo rassicurò il papà.

“E sta su anche se c’è la bufera?” chiese ancora il bambino.

“Di sicuro.” e così dicendo il papà cercò di tranquillizzare il bimbo.

“Tu però stai attento. C’è il paracadute?” riprese nuovamente il bimbo.
“Ma sì, bimbo mio.” esclamò dolcemente il papà.

 Il padre partì e l’aereo arrivò in orario.
L’uomo si sistemò in albergo, ma quando aprì i bagagli rimase di stucco.
In cima a tutto, nella valigia, c’era la piccola coperta bianca del suo bambino.
Allarmato, telefonò immediatamente alla moglie:
“E’ capitata una cosa terribile, non so come sia potuto succedere ma la coperta del bambino è qui nella mia valigia! Come facciamo?”
“Stai tranquillo!” rispose la moglie. “Poco fa il bambino mi ha detto:
Non preoccuparti, mamma. Ho dato a papà la mia coperta: non gli succederà niente!”

 

 

Considerazioni personali:

 Ancora una volta i bambini ci insegnano qualcosa; questa volta la Fede.

Gesù amava dire: “Và, la tua Fede ti ha salvato ( guarito )”

Chi non aveva Fede, neppure Lui lo poteva guarire.

SIGNORE accresci la mia Fede!.!.! Ma cosa significa realmente “avere Fede”?

 

La parola “fede” non significa soltanto “avere fiducia”, ma nel suo significato etimologico deriva da “foederis” che significa “federazione” o “unione” dell’uomo con il Divino.

 

Quindi, il sentirsi tutt’uno con il simbolo della propria Fede, porta alla guarigione, interiore ed esteriore. Ma solo quando tutto ciò è “rivestito” e pervaso dalla consapevolezza. Le parole dette con la bocca contano poco. Bisogna aprire il cuore e viverLa come stile di vita la Fede.

Questa è la Vera Fede. Il resto sono solo chiacchiere e dogmi che non permettono all’Anima di fare neppure un passo sul Sentiero della Consapevolezza e che si perdono come fumo spazzato via dal vento.

 

Un caro abbraccio di Luce e Pace

buona domenica a tutti con Amore

Francesco (DAS) Atmananda

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