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Pe(n)sare le parole (Il Venerdì di Francesco Das Atmananda)

30 Settembre 2016 - DIGRESSIONI, Il Venerdì

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Parole Poco Pensate Portano Pena Perciò Prima Pensare Poi Parlare.

Un giorno, non importa quando e non importa dove, un discepolo domandò al suo Maestro:
Maestro, quando si può parlare?

Il Maestro sorridendo rispose:
Ogni parola deve passare attraverso tre porte, prima d’essere pronunciata.

Il guardiano della prima porta ti domanda: “E’ vera?”.
Il guardiano della seconda porta chiede: “E’ necessaria?”.
Il guardiano della terza indaga: “E’ gentile?”.


Considerazioni personali:

Le parole sono come frecce scoccate da un arco: una volta partite non si possono più afferrare e non tornano mai indietro. Da questo si evince quanto sia importante controllare bene le parole che pronunciamo per far si che esse adempiano a questi tre requisiti: Verità, Opportunità/Necessità, Gentilezza.

Comprendiamo bene che se le nostre parole non rispondono a questi tre requisiti sarebbe meglio tacere.
La lingua (intesa come ogni tipo di espressione) può essere molto più tagliente di una lama affilatissima e può procurare ferite difficili da rimarginare.

Oggi poi, con i nuovi mezzi di comunicazione ( whatsapp, social network con facebook in testa, e-mail, ecc. ) ci sono maggiori opportunità di manifestare le proprie idee attraverso le parole scritte che hanno una prerogativa in più rispetto alle verbali : restano stabilmente.

E passiamo ora ad esaminare i tre requisiti.
Verità:
che senso ha dire parole non vere? Si parte già con l’handicap della falsità, quindi con il torto. Le parole non vere inoltre, hanno frequenze vibratorie molto basse e non possono far altro che attrarre tutto ciò che è in sintonia con loro. Chi pronuncia questo genere di parole attrarrà nella propria vita persone e situazioni in sintonia con esse. E poi: quanto valgono le “cose” non vere? Zero. Quindi in questo caso meglio tacere.

Necessità:
La situazione contingente necessita di quelle parole? Anche se le parole che dobbiamo pronunciare rispondono al primo requisito ma, nel contesto della situazione, non sono assolutamente necessarie, meglio tacere anche in questo caso. Inoltre, alcune volte, anche se vere, possono procurare delle pesanti conseguenze e quindi non vale la pena dirle. Diversa è la situazione che risponde ad una richiesta. In quel caso abbiamo “l’obbligo” di rispondere.

Gentilezza:
Anche le Parole Vere e Necessarie bisogna saperle esporre con gentilezza. Aggressività, giudizio e critica, impregnano di negatività anche le parole che rispondono ai primi due requisiti. Quindi, se non sappiamo essere gentili e spogliarci da quelle erbacce che rispondono ai nomi di critica e giudizio, meglio tacere.

Ora mi chiederete:
“Ma allora non dovremmo parlare mai?”
Ebbene, se non sappiamo essere Veri, Utili e Gentili si, meglio tacere.

Pensate un po’ come possono essere quelle parole che non rispondono a nessuno dei tre requisiti … o ancora peggio, di che natura può essere colui/colei che le pronuncia.
Per concludere voglio ricordarvi la Legge delle 10 P:
Parole Poco Pensate Portano Pena Perciò Prima Pensare Poi Parlare.
Un abbraccio di Luce e Pace
buon fine settimana a tutti
con Amore Francesco
das Atmananda (G.B.)

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