
“Gli Amanti. Discorsi sul Liside di Platone” (in uscita il 6 ottobre per il Convivio editore) è il quinto libro dedicato da Stefano Cazzato a Platone. Dopo aver analizzato nei precedenti lavori alcune tensioni vitali del suo pensiero (arte-filosofia, mithos-logos, scrittura-oralità, origine-mediazione) l’autore affronta questa volta il controverso tema erotico al di fuori della rassicurante e convenzionale definizione di amore platonico.
E anche, in questo caso, mette a fuoco la tensione che agita l’anima divisa tra elevazione spirituale e desideri terreni, spinte apollinee e tendenze dionisiache, philìa ed eros. Proprio per questo, alla fine dell’analisi, l’amore risulterà essere soprattutto
mancanza, incertezza del possesso, insoddisfazione per un appagamento transitorio, inquietudine della perdita, costante attesa del nuovo e dell’inatteso. Forse persino speranza in un dono che viene dall’alto e da altrove.
Se nel Liside (il dialogo da cui prende le mosse il saggio) il genio di Platone mette Socrate di fronte alla difficoltà di dare una definizione stabile dell’amore, perché la cosa cercata svolazza da tutte le parti e non si fa catturare da una formula, nel Fedro e
soprattutto nel Simposio (che con il Liside formano una trilogia amorosa) Platone mostra che non è sul terreno della logica che si può venire a capo del desiderio.
Di fronte a a una Cosa così alta, la logica socratica, oltre che aporetica, risulta sfiatata e invece di garantire un’indagine lineare e coerente si avvita su sè stessa, fa venire le vertigini. In entrambi casi si assiste piuttosto a uno spodestamento della logica: nel Fedro a vantaggio della grande poesia, della poesia ispirata e ditirambica e nel Simposio a vantaggio della divinazione. Qui, evocata da Socrate ma fisicamente assente, compare infatti la sacerdotessa Diotima di Mantinea che strappa al filosofo (e alla
filosofia) il discorso sull’amore per farne non più l’oggetto di una trattazione, di una tavola rotonda, ma il lascito di una rivelazione.
Il Liside, ritenuto solitamente come il prodotto di una giornata storta e sonnecchiosa o, peggio ancora, come un libro minore di uno scrittore non particolarmente ispirato, diventa nella lettura di Cazzato decisivo come “un dialogo di passaggio in cui Platone
transita dal Socrate socratico al Socrate platonico prima che la lezione del maestro venga sostituita dalle nuove scoperte dell’allievo. Detto in altri termini: un dialogo in cui pare entrare in crisi un modello epistemico della conoscenza di tipooggettivante
mentre non se ne vede ancora un altro all’orizzonte, ma se ne sente il bisogno, il desiderio”.
L’autore
Stefano Cazzato collabora con diverse riviste ed è autore di raccolte di aforismi e saggi filosofici. Ha ottenuto premi e riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali tra cui: Giglio blu (Firenze), San Domenichino (Marina di Massa), Vivi la realtà (Milano), Città di Sarzana, Il Sigillo di Dante (La Spezia), Città del Galateo (Galatone-Milano), Shakespeare (Rimini), Maria Dicorato (Milano), Seneca (Bari), Il Convivio (Alzano Lombardo, Bg). Dopo Dialogo con Platone (Armando 2010), Una Storia platonica (Ladolfi 2017), Il racconto del Timeo (Ladolfi 2019), Il divino Platone (Moretti&Vitali 2022). Gli amanti è il nuovo libro dedicato al filosofo ateniese.