
Da La Sicilia del 3 Maggio 2025
La solitudine come essenza di vita
Domande e risposte nel saggio di cui Danilo Mauro Castiglione è curatore e coautore insieme a Enrico Ubali, Eugenio Bagnini e l’eremita camaldolese dom Fabio Belluti
«Si nasce generati da una comunione. Nascere è rispondere, muovere i primi passi richiede di essere rassicurati da una mano tesa, da un abbraccio promesso. Diventare grandi diventa cercare la possibilità di essere soli, pretendere di essere indipendenti, immaginarsi che essere liberi significhi essere senza legami». Così si apre la prefazione di Mons. Mario Delpini al libro “Solitudini, da problema a opportunità“ (San Paolo, pp. 196, € 18,00), cui Danilo Mauro Castiglione è curatore e coautore insieme ad Enrico Ubiali, Eugenio Bagnini e l’eremita camaldolese dom Fabio Belluti. Un viaggio affascinante che ci spinge ad una profonda riflessione sulla nostra società postmoderna dell’efficientismo. Nel volume si affronta il dilemma delle risposte alla solitudine. Come problema si risponde con un accurato esame sul rapporto tra solitudine ed istituzioni condotto dal dottor Ubiali dell’Università di Bergamo.
Qui viene messa in luce la natura di alcune istituzioni ministeriali sorte in Europa e fuori Europa, ad esempio in Giappone, oppure con l’interessante analisi sociologica fatta dal prof Bagnini dell’Università di Bologna. Il tutto è supportato con l’analisi di un questionario che ha raccolto i dati dell’intera penisola da cui si sono raccolte preziose informazioni: tre persone su quattro sostengono di aver sofferto o di soffrire attualmente di solitudine, con il 27% che sostiene di soffrirne spesso o quasi sempre. Circa il 60% di costoro, infine, sostengono di non aver ricevuto aiuti per affrontare la solitudine vissuta; del restante 40%, gli aiuti che emergono sono quelli maggiormente relativi alle reti familiari e amicali, e al supporto psicologico, talvolta combinati insieme. E la filosofia, che si è occupata della solitudine sin dall’antichità, può ancora qualcosa? «È qui che inizia il punto di svolta! – incalza Castiglione – Il problema comincia a diventare opportunità tra le indicazioni che Seneca ci offre nel dialogo con Sereno, oppure con gli insegnamenti di Marco Aurelio. Da Michel de Montaigne, a Pascal, a Schopenhauer fino a Franco Battiato il libro disegna una via nuova e stimolante dell’essere soli che conduce alla spiritualità.» In che modo? «Qui, come un adolescente stupito, possiamo guardare il volto che emerge dallo specchio delle acque agitate delle nostre esistenze. Quello che per la sociologia e per l’uomo contemporaneo è un problema nel pensiero filosofico si trasforma in opportunità! Un’opportunità veicolata dai filosofi che ci permettono di interpretare la nostra vita e i nostri problemi attraverso una lente diversa. Inevitabilmente la filosofia apre la strada ad ulteriori possibilità e ad ulteriori domande che trovano le loro risposte in esistenze singolari, uniche ma non per questo trascurabili. Queste esistenze definibili “controcorrente” ci fanno attraversare la grigia ferialità della vita o la tumultuosa ricerca di senso che pervade ogni uomo e spesso si trasforma in scelte insolite e poco comprensibili se non si fa un scatto che ci spinge a guardare “Oltre”: oltre i nostri limiti, oltre l’insufficiente realtà umana che ci connota. Forse una solitudine abitata da Dio è la risposta più coerente? Non è necessario che tutti facciano gli eremiti, i monaci o i filosofi, ma bisogna assumerne e impararne il metodo per trasformare la propria solitudine da nera disperazione a giardino fiorito. Bisogna realizzare che la solitudine deve essere offerta per gli altri e che essa ha senso in funzione degli altri».