
Da Letto, riletto, recensito! del 1° Maggio 2025
È “Un tempo minimo” (Eretica), di Selene Pascasi il ConsigLIBRO Maggio 2025
Con delicatezza e incisività Selene Pascasi torna a esplorare i marginali dell’esistenza. “Un tempo minimo” (Eretica, pp. 50, € 15,00) la nuova silloge della poetessa nonché avvocato e articolista per il Sole24 ore, vibra di potente malinconia, con consapevolezza dell’attuale. Fin dal titolo, si percepisce un’attenzione al frammento, all’istante che racchiude in sé un universo di significati e sensazioni. La poesia della Pascasi non si affida a un linguaggio magniloquente o a costruzioni retoriche complesse, bensì predilige una lingua essenziale, quasi sussurrata, che penetra nel lettore con la forza discreta delle piccole cose. Le immagini evocate sono spesso legate alla natura, agli oggetti quotidiani, ai gesti minimi, elevati a simboli di un sentire profondo. Si avverte una sensibilità acuta nel cogliere le sfumature dell’animo umano e nel tradurle in parole che risuonano di autenticità come l’ouverture di “Latitudini” a pag. 30: Non spiegare le vertigini/ a chi non ha spazi vuoti di sé.
Da qui la risoluzione della tematica del tempo, come suggerisce il titolo, che fa da filo conduttore: non un tempo cronologico e misurabile, ma un tempo interiore, percepito nella sua inesorabile scorrere e nella sua capacità di plasmare ricordi e affetti. È la brevità, l’attimo che sfugge che diventano occasioni preziose per interrogarsi sul senso dell’essere e sulla fragilità delle esperienze. Si percepisce nella scrittura di Pascasi una tensione tra la consapevolezza della perdita e un desiderio tenace di ancorarsi al presente, di trovare bellezza e significato anche nelle pieghe più nascoste della realtà. Questa dialettica conferisce alla silloge una profondità che va oltre la semplice descrizione emotiva. “Un tempo minimo” non è una raccolta che offre risposte definitive, piuttosto pone domande silenziose, lasciando al lettore la libertà di risuonare con le proprie esperienze e interpretazioni. È una poesia che si insinua lentamente, che chiede di essere assaporata con attenzione, rivelando ad ogni rilettura nuove sfumature e connessioni. Sicuramente siamo innanzi all’opera matura e consapevole, capace di toccare corde profonde con determinata autenticità. Un invito a soffermarsi sull’essenziale, a dare valore al “tempo minimo” che ci è dato, cogliendone la preziosa e fugace bellezza. Un esordio poetico che lascia presagire un percorso ricco di ulteriori e significative espressioni.
Testo scelto
Premeditazioni
Le premeditazioni
non richiedono riscatto.
Siamo soli, stamane
io e il riflesso lucido
delle maree abortite.
Imparo dai secoli
a commuovere gli attimi.
La poesia obbedisce
e rasenta schiva le idee.
Vaghiamo accorti, ora
autentici nella pazzia
di un tulipano nero.