
Da La Sicilia del 30 Aprile 2025
“Belletti e il Lupo” morte bianca all’ombra di una doppia vita
Il commissario Belletti viene incaricato di sbrogliare un caso di omicidio avvenuto in un cantiere edile dove a perdere la vita è Andrea Costa, 34 anni di professione carpentiere metallico, ucciso, si suppone con un colpo di pistola e lanciato dal decimo piano di una costruzione. Belletti, cooperato da due fidati, una vice ispettrice e il poliziotto Anastasi, inizia le indagini. Ciò che subito risalta è la doppia vita del Costa, oltre la sua famiglia infatti relazionava con una ragazza conosciuta in un locale dove si ci distrae con donne che lo fanno per mestiere. La moglie che sapeva della tresca del marito, informata dal cognato, cede alle lusinghe di questi sino a ipotizzare l’assassinio di Andrea. Via abbiamo svelato tutto? Nulla e per nulla!
Sfogliando questo entusiasmante giallo-thriller dal titolo “Belletti e il Lupo. Un caso del commissario Belletti” di Paolo Scardanelli (Carbonio, pp. 201, € 17,50), proprio l’autore che abbiamo conosciuto con la saga de “L’accordo”, che ci ha sorpreso per quello stile che ad oggi riconosciamo soltanto in altri due autori, Alessandro Manzoni e Francesco Permunian, ci accorgiamo che nonostante sia figura misteriosa del panorama nazionale letterario, riesce sempre a stupirci, come stavolta che preparati ad affrontare una lettura non facile invece tutto è filato liscio nonostante l’utilizzo di una terminologia ultra forbita e ultra ricercata, che pedagogicamente, consiglieremmo nelle scuole, perché è grazie a opere scritte da una ‘penna’, quale l’autore siciliano, che si può avere la possibilità di riattivare le cellule cerebrali e di ampliare il nostro vocabolario. Torniamo al romanzo. Il commissario Belletti, tra colloqui, indagini, insabbiamenti di eventuali prove e strani episodi di licantropia di uno dei personaggi più velati ma al contempo più rappresentativi del romanzo, verrà sospeso da suo incarico per poi essere trasferito dalla super veloce Milano alla confusissima Catania. E qui si conferma l’apicale potenza di Scardanelli dove in un intrecciato tra terminologia, stile e contenuto s’erge la locuzione che segue: «In attesa che la notte dei cristalli passi a considerare l’uomo una bestia evoluta e giusta». Cosa potrà mai significare ciò che l’autore depone con tanta arditezza? Energia pura di Paolo Scardanelli, che rimette in giuoco tutto il romanzo dato che il Lupo,ante litteram, aveva avuto il sopravvento! O forse Belletti?