Menu

SMF per La Sicilia – La spinta delle donne al Fascismo – Intervista a Angelo Piero Cappello

23 Settembre 2022 - Articoli di S.M. Fazio, DIGRESSIONI, Interviste
SMF per La Sicilia – La spinta delle donne al Fascismo – Intervista a Angelo Piero Cappello

Da La Sicilia del 23 settembre 2022

La spinta delle donne al Fascismo

L’intervista. In “Fasciste. Donne in marcia verso Roma. 1919-1922”, Angelo Piero Cappello indaga sula componente femminile attiva in quel momento che «rivendicava i propri diritti»

Cosmopolita eclettico, natio di Vittoria e cresciuto tra Roma e l’estero, Angelo Piero Cappello che ha ‘fatto’ cultura in diversi paesi del mondo ricoprendo diverse cariche negli Istituti Italiani di Cultura, ad oggi ricopre il ruolo di dirigente del “Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura” nonché di consigliere di Amministrazione della “Biblioteca Nazionale Centrale di Roma” e della “Fondazione Il Vittoriale degli Italiani” di Gardone Riviera. Di recente per Ianieri Editore è uscito “Fasciste. Donne in marcia verso Roma 1919-1922” (pp. 393, € 22), volume sul fascismo al femminile che farebbe auspicare in memoria della Marcia su Roma, ma che l’autore chiarisce: «Non si tratta di un libro in memoria della marcia su Roma ma di una ricerca d’archivio che ha voluto riportare all’attenzione della storiografia contemporanea tutta quella componente femminile che, dalla fondazione dei fasci di combattimento a piazza di san sepolcro a Milano nel 1919 e fino alla marcia su Roma nel 1922, è stata volutamente o distrattamente dimenticata e che, invece, ha avuto una sua propria parte di importanza in quel percorso di crescita e affermazione dal primo fascismo movimentista fino al governo di Mussolini.» Le donne narrate sono anticipatrici del movimento femminista in cui oggi non si riconoscono le ‘milizie’ contemporanee: c’è pregiudizio nel non riconoscere le precorritrici? «Anche quelle donne che aderirono al primo fascismo, tra il 1919 ed il 1922, avevano l’obiettivo della rivendicazione dei diritti femminili. Il percorso durato lungo tutto il secolo XX, ed ancora non terminato, ha cambiato forme, modalità, contenuti ma al fondo è rimasta l’istanza comune, accolta invece nella Carta del Carnaro di Alceste De Ambris e Gabriele d’Annunzio: la parificazione dei diritti dei cittadini tutti, senza riguardo al sesso di ognuno. Credo, però, che il voler riproporre continuamente il parallelo tra ieri e oggi sia fuorviante: la storia non si ripete mai, sono gli uomini a ripetere sempre gli stessi errori. Come dire, la storia è maestra di vita ma ha pessimi alunni.» In “Fasciste” il Duce fa da sfondo: le donne, quanto lo hanno influenzato nel passaggio dal socialismo al fascismo? «Mussolini, si sa, ebbe grande successo con le donne. E però due, e per paradosso entrambe ebree, furono le donne che formarono culturalmente il futuro duce: Angelica Balabanoff, alla quale lo stesso Mussolini riconoscerà più tardi l’importanza che ebbe nella sua formazione politica di socialista anche se interventista, e Margherita Sarfatti che ebbe il merito di sgrossare la cultura di base del maestro di Predappio e di formarne, per quel poco che vi riuscì, il suo gusto estetico. La stessa Sarfatti, però, fu anche ombra alle spalle di Mussolini al momento della marcia…» Margherita Grassini Sarfatti, stratega della marcia su Roma, nonché

Clicca sulla pagina per acquistare La Sicilia a soli € 0,99

Clicca sulla pagina per acquistare La Sicilia a soli € 0,99

donna che conquistò il Duce con semplicismo passionale erotico può averne influenzato in negativo l’idea ‘Marcia’? «Non renderei la figura della Sarfatti così semplice. Margherita Grassini, sposata Sarfatti, fu prima di tutto una straordinaria critica d’arte, una donna di altissima classe e di grande cultura che ebbe parte fondamentale nella ideazione teorica della marcia e nella raccolta di fondi utili all’impresa. Basti pensare che, al momento della marcia su Roma (che poi non fu una vera marcia, perché il 28 di ottobre era già tutto accaduto nelle prefetture d’Italia assediate dai fascisti e rese sterili dal governo Facta), Mussolini si trovava insieme alla Sarfatti nella villa Il Soldo, di Cavallasca, vicino Como, casa di Margherita…» Alcune delle donne trattate sono palesemente anarchiche, ma aderirono al fascismo: come si spiega la nascita di un partito così rigido e conservatore da ‘debolezze’ politico-strutturali? «Il primo fascismo si nutrì proprio di istanze socialiste e anarchiche, basterebbe a dimostrarlo il programma enucleato a San Sepolcro in occasione della fondazione dei fasci di combattimento, un movimento e non un partito. Semmai, il partito viene dopo, nel 1921. E dopo ancora, ma siamo già oltre il 3 gennaio 1925, arrivano il partito unico e le leggi fascistissime.» Infine: dove sbagliò il fascismo? «Questa domanda richiederebbe un libro per risposta: intanto v’è da dire che, al contrario di quanto si è portati a credere senza aver studiato la storia, il fascismo non fu un fenomeno unitario, singolo, monolitico senza sfumature e divisioni interne. Il fascismo cui si fa riferimento, quando se ne parla comunemente, è quello di Mussolini, che però non coincide affatto con l’interpretazione che del fascismo dava Bottai, e diversa senz’altro dalle posizioni di Farinacci. Ci sarebbe poi da parlare del fascismo, ancora diverso, di un Giovanni Gentile presidente dell’Istituto Nazionale Fascista di Cultura ecc. Allora, piuttosto, dovremmo parlare degli sbagli di Mussolini e, tra i tanti, certamente non minori furono l’alleanza con la Germania nazista e il crimine delle leggi razziali.»

Clicca sulla cover per acquistare il libro

Clicca sulla cover per acquistare il libro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *